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Pensieri in Libertà

“Mi vuoi sposare?” non è un sondaggio di Instagram

Matrimonio è una delle 1000 parole più usate in italiano e, usato come hashtag su Instagram, conta numeri da capogiro con più di 7 milioni di post: è un caso? No ovviamente. Il matrimonio è la base fondante della società e ha rappresentato, per secoli e per millenni, una forma sociale accettata e legalizzata. Il matrimonio è un istituto giuridico mediante cui si dà forma legale all’unione fisica e spirituale dell’uomo e della donna che stabiliscono di vivere in comunità di vita al fine di fondare la famiglia. Ma quando nasce?

Di matrimonio si parla sin da quando esiste il mondo infatti le prime civiltà sorte lungo i fiumi si sposavano, ma, guardando più vicino a noi, anche nell’antica Roma esisteva il matrimonio civile: i riti che suggellavano l’unione tra i due sposi erano rigorosi: esistevano due tipi di matrimonio ovvero quello ‘’cum Manu’’ e quello ‘’sine Manu’’. ‘’Manu’’ in latino, non significa semplicemente mano, ma significa anche proprietà e autorità; nel primo caso, ovvero nel matrimonio ‘’cum manu’’, lo sposo assumeva l’autorità e la proprietà sulla sposa mentre nel matrimonio ‘’sine Manu’’ la sposa rimaneva proprietà del padre. Questa visione oggi ci appare ovviamente retrograda – del resto stiamo parlando di una società, quella romana, vissuta più di 2000 anni fa – tuttavia è da essa che traiamo le radici del matrimonio italiano, ovvero con la presenza di un padre che acconsente che la figlia si sposi o meno. Un elemento in comune a moltissime culture, sia quelle antiche, sia quelle medievali, è l’anello il quale, lungo tutto il corso della storia, ha simboleggiato l’unione, perciò si può affermare, senza rischio di sbagliare, che l’anello è il simbolo per eccellenza che lega una coppia di sposi. Con la caduta dell’Impero Romano è stata la Chiesa a prendere le redini del rapporto matrimoniale e del rito, anche per cercare di mantenere il controllo sociale (…ma questa è un’altra storia).

Di fatto il matrimonio è sempre stato siglato per creare una famiglia e ha sempre rappresentato un momento familiare, una questione familiare per creare un nuovo nucleo per proseguire la stirpe, non è un caso che il famoso e proverbio popolare reciti ‘’Auguri e figli maschi’’. Al contrario oggi la proposta di matrimonio è diventata un fatto prima della coppia, poi della cerchia sociale degli amici e infine delle rispettive famiglie d’origine che spesso sono informata successivamente rispetto i follower.

Eppure il galateo stabiliva regole diverse da queste solo fino a qualche tempo fa: da quando la cultura statunitense e cinematografica è entrata nella mentalità collettiva della società italiana, le basi della famiglia e quindi del matrimonio si sono completamente modificate in favore di una visione più scenografica e anche più romantica (sotto alcuni punti di vista) della proposta di matrimonio. Nessuno insinua che sia meglio una società dove è il pater familias a questionare su tutto e anche sulla vita matrimoniale della figlia, ma ma non è bello nemmeno vedere banalizzata la proposta di matrimonio con proposte fatte solo per trovare un’approvazione sociale condivisa immediatamente sui social: Instagram infatti prolifera di proposte matrimoniali condivise in primis con gli amici e i seguaci, poi con la famiglia.

La tradizione del galateo prevedeva che, quando i due ragazzi erano pronti a sposarsi, ci si recasse dal padre della futura sposa per chiedere formalmente la mano e per mostrare rispetto: questa tradizione che è propria della cultura italiana, ma anche di altre culture mediterranee e orientali, è andata ora a scemare.
Dopo l’approvazione della famiglia d’origine iniziavano i preparativi per la festa di fidanzamento, non prima di essere andati a fare visita, con la lieta novella, anche ai genitori dello sposo. Il rito era molto particolare e prevedeva che, il giorno della festa di fidanzamento, lo sposo recapitasse un mazzo di fiori bianco a casa della futura moglie. Durante la cena lo sposo avrebbe consegnato l’anello di fidanzamento per ufficializzare il sì delle nozze.

Dopo il brindisi e la festa i due fidanzati tornavano alle proprie case aspettando il giorno di matrimonio per dormire nello stesso letto, ma anche sotto lo stesso tetto.
Certo questa pratica oggigiorno è desueta infatti spesso capita che i due sposi abitino già sotto lo stesso tetto ancora prima di sposarsi e la convivenza è socialmente accettata e non più, fortunatamente, vista come qualcosa di scandaloso.

Ciò che lascia dei dubbi circa questo nuovo rituale prematrimoniale è principalmente l’assenza della famiglia d’origine e l’esclusione di questa dalle questioni di cuore (per fortuna). Sembra però sempre di più che la nostra società dia un peso maggiore all’individuo singolo, lasciando in secondo piano altri aspetti della vita familiare. I primi ad essere informati della notizia di matrimonio sono spesso i seguaci perché la proposta di matrimonio tante volte è immortalata da un video o vissuta collettivamente da gruppi di amici: inginocchiarsi, estrarre l’anello e chiedere: ‘’Mi vuoi sposare?’’ è una pratica che viene imposta dalla filmografia, principalmente americana, e anche da molti film Disney. Per questo motivo le giovani donne capita che vogliano seguire pedissequamente questa procedura di matrimonio propugnata nelle loro menti per anni e anni. In realtà la vera originalità, oggi, sta nel fatto di condividere l’idea di costruire una vita insieme prima con il proprio partner e poi con la famiglia, evitando di rendere questa sacra unione solo oggetto di like sui social network.

Giulia Calama

Riguardo l'autore

giuliacalama

Nata dalla sponda veronese del lago ma lasciato il cuore dalla parte delle grotte di Catullo, colpita dai famosi versi Odi et amo. Laurea magistrale in Lettere conseguita non "perché amo leggere" ma perché mi piace scrivere. Predilezione per lavori manuali al limite tra la donna avanguardista e una donna d'altri tempi: cucino, cucio e lavoro l'uncinetto. Solo musica italiana (esclusi i Queen)