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Editoriali

Mettere in discussione la Presidenza Fugatti? Un’assurdità!

Mettere in dubbio Maurizio Fugatti come candidato Presidente nel 2023? Una domanda che non si pone o perlomeno una domanda che – se posta – ne dovrebbe presupporre un’altra: vuole Fratelli di Italia consegnare il Trentino al centrosinistra? La polemica scaturita subito dopo il voto e che ha visto sulla stampa locale l’accostamento di vari nomi per un possibile dopo Fugatti può essere solo associata alla volontà del centrosinistra o dei suoi sostenitori di danneggiare la coalizione di centrodestra, eventualmente dividendola. Pare piuttosto logico questo discorso alla luce di tre fattori.

Il ruolo di Maurizio Fugatti all’interno del centrodestra
Sono passati 9 anni dalla batosta elettorale del 2013 quando un centrodestra diviso venne sconfitto dal centrosinistra autonomista di Ugo Rossi. Un periodo indubbiamente complesso e di trasformazione per quel centrodestra che si avviava a una fase di trasformazione che lo ha portato a imporsi nel 2018. In questa fase fondativa ha giocato un ruolo strategico l’attuale Presidente della Provincia Autonoma di Trento che si è imposto come il bomber della coalizione. Metterlo da parte equivarrebbe a rinunciare al Capitano storico della coalizione, rinnegando un percorso di centrodestra di governo. Al contempo non si può negare che nei fatti il centrodestra ha sostanzialmente vinto anche in Trentino, quindi una situazione totalmente diversa da quella vissuta dal centrosinistra nel 2018 quando subì un vero e proprio tracollo.

L’assenza di figure forti in Fratelli d’Italia
Fratelli d’Italia è risultato il partito vincente da quest’ultima tornata elettorale. A premiarli – cosa non successa per la Lega – l’onda di consensi a livello nazionale nei confronti di Giorgia Meloni. Il Partito – e qua è inutile girarci intorno – a livello locale non ha la stessa forza della Lega. Attualmente i tre consiglieri presenti provengono da esperienze di partito alternative. Cia proviene da Agire per il Trentino mentre Ambrosi e Rossato hanno lasciato la Lega. I suoi esponenti storici non sono stati candidati per rappresentare il Partito a livello nazionale, essendo stati preferiti ad altri. Il rischio è anche quello che la luna di miele con gli elettori possa finire presto a causa di una delicata situazione internazionale che pone Giorgia Meloni ad affrontare vari argomenti spinosi. Fratelli d’Italia, nessuno me ne voglia, al momento non ha una classe dirigenziale tale da porsi come alternativa ed è inutile girarci attorno.
Inoltre le posizioni sempre più appiattite sulla politica di USA e UE in perfetta continuità con l’era Draghi che Meloni sta palesando, seppur mitigato dagli slogan poco convincenti a favore di un patriottismo di maniera, passato il momento elettorale stanno facendo molto riflettere.

Un istinto autolesionistico pericoloso
Mettere in discussione Fugatti può risultare pericoloso. Non si sa quanto le ricostruzioni giornalistiche siano affidabili, ma affrontare il tema equivale a mettere in dubbio quanto fatto dal centrodestra negli ultimi 4 anni come forza di Governo e negli ultimi 9 anni come forza di coalizione. Gli equilibri di coalizione possono certamente cambiare perché la politica è fatta di continui cambiamenti, ma altresì è vero che i cambiamenti ci devono essere sinché non producono danni a quanto si è fatto sino a oggi. E farsi del male con un centrosinistra in così tale difficoltà è solo pericoloso.

Raimondo Frau