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Blocco ChatGPT. Giacomelli (Codici): “è segnale preoccupante. Non vorremmo che si stesse andando verso un nuovo oscurantismo”

E' iniziato con queste parole l'intervento con il quale, Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici, l'associazione a tutela dei diritti dei consumatori, ha voluto commentare la decisione del Garante della privacy

“Il blocco deciso dal Garante non convince e lo diciamo anche in riferimento ad un’altra questione che ha suscitato un grande dibattito. Con quello accaduto per TikTok e questo stop per ChatGPT non vorremmo che si stesse andando verso un nuovo oscurantismo”.

E’ iniziato con queste parole l’intervento con il quale, Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici, l’associazione a tutela dei diritti dei consumatori, ha voluto commentare la decisione del Garante della privacy che, ancora la scorsa settimana, aveva deciso di bloccare il chatbot basato sull’intelligenza artificiale, ChatGPT, per il mancato rispetto di alcune norme sulla privacy.

Giacomelli ha poi proseguito aggiungendo: “La tutela della privacy è fondamentale, ma decisioni come quella di bandire ChatGPT dal territorio italiano sono sbagliate. I servizi basati sull’Intelligenza Artificiale sono sempre più numerosi e diffusi, verificarne il funzionamento corretto è d’obbligo, così come fissare paletti in grado di tutelare dati e diritti. I rischi non mancano, così come i timori e questo accade sempre di fronte a novità importanti come quelle introdotte, ad esempio, da ChatGPT”.

Dopo aver specificato come tali motivazioni non sarebbero però sufficienti per bloccare un servizio come quello di ChatGPT, il Segretario Nazionale di Codici ha poi concluso: “Non è mettendo al bando un servizio che si risolvono i problemi. Per questo motivo ci auguriamo che l’incontro annunciato per oggi tra Garante della Privacy ed OpenAI segni l’apertura di un dialogo per risolvere le criticità sollevate sul trattamento dei dati e superare una situazione che, lo ripetiamo, al momento non tutela, ma danneggia”.