Home » Tognazzi: “Il Conte Mascetti lo doveva fare Vianello”
Cultura

Tognazzi: “Il Conte Mascetti lo doveva fare Vianello”

Gianmarco Tognazzi, noto attore italiano figlio del grande attore Ugo Tognazzi, ha recentemente partecipato al programma televisivo “I Lunatici” in cui ha condiviso alcune simpatiche e curiose storie della sua vita.

Durante l’intervista, Tognazzi ha ricordato il film “Amici miei”, uno dei più celebri della sua carriera, affermando che il personaggio interpretato da lui, il Conte Mascetti, avrebbe dovuto essere interpretato da Raimondo Vianello. Tuttavia, Vianello rifiutò la parte per poter guardare tutte le partite del Mondiale del 1974. Un’interessante curiosità che dimostra l’importanza che il calcio ha avuto nella vita di molte persone, anche di famosi attori.

Parlando di amore, Gianmarco Tognazzi ha svelato di aver incontrato sua moglie a Sassari nel 2003, dopo un concerto di Sergio Cammariere. Nel momento in cui Tognazzi sembrava aver perso fiducia nell’amore, l’arrivo della sua futura moglie ha cambiato tutto. Una dolce e romantica storia che dimostra come l’amore possa sorprenderti quando meno te lo aspetti.

Durante l’intervista, Tognazzi ha anche accennato ad un episodio divertente che coinvolge Silvio Berlusconi. Racconta infatti di un viaggio in aereo in cui si trovava da solo con l’ex presidente del Consiglio italiano. In un momento di confidenza, Tognazzi finì addirittura per cadere tra le braccia di Berlusconi, il quale gli chiese un consiglio su quale allenatore scegliere tra Roberto Mancini e Frank Rijkaard. Un aneddoto divertente che mostra come il calcio possa unire anche persone molto diverse tra loro.

Gianmarco Tognazzi ha raccontato: “Una notte indimenticabile della mia vita? Sì, quella in cui ho incontrato mia moglie il concerto di Cammariere a Sassari nel 2003. Non ho dormito, all’alba sono andato a cercarla, avevo capito che lavorava al comune, mi sono presentato davanti alla sede sbagliata, ho dovuto fare i miracoli per ricontattarla prima di ripartire. Ci sono riuscito, all’inizio mi disse di no, oggi siamo insieme da vent’anni e sposati da diciassette. Senza mia moglie non avrei trovato l’equilibrio che ho nella mia vita privata, e non avrei trovato la realizzazione della Tognazza. E’ una di quelle donne in grado di darti tranquillità sentimentale, ma anche di diventare tue amiche, socie, ha grandi meriti umani e professionali, siamo marito e moglie ma anche amici e colleghi di lavoro. E abbiamo due figli meravigliosi. Io ero disperato, avevo avuto vicissitudini importanti nelle mie storie sentimentali, ero arrivato al punto di non volerne più sapere, pensavo che non avrei mai incontrato la persona giusta. Avevo giusto di chiudere con le donne, poi ho incontrato lei e mi sono accorto in un secondo che era la persona giusta”. 

Su ‘Amici miei’: “Raimondo Vianello avrebbe dovuto fare il Conte Mascetti. Ugo avrebbe dovuto fare il Perozzi. Questa era l’idea iniziale. Mentre si girava il film c’erano i mondiali del 1974,  Monicelli gli disse che tutto il set si sarebbe fermato per le partite dell’Italia e Vianello precisò che lui voleva vedere tutte le partite, non solo quelle dell’Italia. A me sembrava più giusto Ugo nel ruolo del Conte Mascetti”.

Su Ugo Tognazzi: “Non era un papà, era un figlio dei suoi figli. Giocava, si godeva tutto dalla vita, in maniera anche un po’ incosciente. Era o un amico adulto o un compagno di giochi bambino. Per questo ci portava sui set, non perché ci volesse attori. Amava cucinare, la sua più grande passione, molto più del cinema, era la cucina”.

Gianmarco Tognazzi ha parlato un po’ del Milan, sua squadra del cuore: “Se è passata la delusione per la semifinale di Champions persa con l’Inter? Certo, perché dopo la semifinale c’è sempre una finale, che è andata in un altro modo e quindi il dolore è molto attenuato: Detto questo, loro in semifinale hanno nettamente meritato di passare”.Sulla morte di Silvio Berlusconi: “Com’è stato avere Berlusconi presidente della mia squadra del cuore? Era un visionario, ha reso il Milan la squadra più forte del mondo e diventando il presidente più vincente di sempre. In trent’anni ha vinto ventinove trofei, è stato grandioso. Io ho avuto la fortuna nel 1987 lavorando per Canale 5 di poter vedere tutto il campionato in tribuna, vincemmo lo scudetto, ho avuto il privilegio anche nelle finali di Champions di poter vivere la sua presidenza con grande soddisfazione e orgoglio, ha fatto un lavoro straordinario. I colpi di mercato che più mi hanno fatto sognare? Non adoro il calciomercato, lui si confrontava. Io ebbi la coincidenza di fare un viaggio da solo con lui con il suo aereo, gli finii in braccio perché non mi ero allacciato la cintura, era indeciso se prendere Borghi o Rijkaard, mi chiese cosa ne pensava e voleva sapere anche cosa pensava mio padre. Io gli consigliai l’olandese, me lo ricordo in maniera molto lucida. L’acquisto che mi ha dato più gioia, però, è stato quello di Alessandro Nesta. Nel 1998 lui ebbe un infortunio gravissimo ai Mondiali, e facemmo la riabilitazione insieme. Poi ci siamo persi, lui era alla Lazio, sognavo che venisse al Milan e mentre ero in Bulgaria a girare un film seppi che il Milan lo aveva preso. Quello è stato il più grande acquisto per me, perché c’era un rapporto di conoscenza”.