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Politica

Da Orvieto la destra che dice no alla guerra in Ucraina

Oggi ad Orvieto ha preso il via il Forum dell’Indipendenza italiana davanti ad un salone colmo di partecipati.
Organizzato da 38 sigle rappresentative dei mondi trasversali del dissenso, la grande assemblea darà voce a quella larga parte d’Italia che spera in un cambiamento.

Gianni Alemanno, portavoce del comitato FERMARE LA GUERRA, in apertura spiega: “Su molti di questi non condividiamo le posizioni conservatrici e ultraliberiste assunte dal Governo perché non le riteniamo conformi al nostro interesse nazionale e ai bisogni degli Italiani”.

“Domani, a conclusione dei lavori, nascerà il documento di Orvieto e lanceremo insieme un progetto comunitario”, chiosa.
Durante i lavori sono stati distribuiti due documenti politici frutto della sintesi dei precedenti incontri della Comunità che ha organizzato l’evento dove si può leggere:  “proprio da Alemanno e da quel mondo parte un nuovo impegno politico: quello di differenziarsi dalle posizioni dominanti in tutta la politica ufficiale, dopo la svolta politica neo-conservatrice, liberista e atlantista impressa da Giorgia Meloni a Fratelli d’Italia e, di conseguenza, a tutto il governo di centrodestra”.

“Il punto di separazione è stata la scelta della Meloni di schierarsi, già da quando era all’opposizione, in prima linea nella guerra in Ucraina, contribuendo a far assumere all’Italia quella posizione di paese cobelligerante che è rimasta inalterata, anzi si è rafforzata, nel passaggio dal Governo Draghi al Governo di centrodestra. Un mese prima delle elezioni politiche nasce, infatti, il ‘Comitato fermare la guerra’ a cui, oltre ad Alemanno, aderiscono molti esponenti della destra diffusa, intellettuali di area e rappresentanti dei ‘mondi del dissenso’ e delle associazioni”.

“Ad Orvieto viene fatto un altro passo in avanti: attorno al Comitato si costituisce il Forum dell’indipendenza italiana che raccoglie le sigle provenienti da destra e dai mondi del dissenso che contestano le posizioni dominanti in tutta la politica italiana, di maggioranza come di opposizione. Non solo lo schieramento sulla guerra, ma anche l’eccessivo allineamento con la Ue e la Nato, l’incapacità di frenare i flussi migratori, i rischi di divisione dell’Italia con l’autonomia differenziata, le scelte economiche liberiste, la scarsa profondità con cui vengono difesi i valori umani e comunitari e la sottovalutazione del rischio di un pass sanitario mondiale imposto dall’Oms”, si legge ancora.
Partecipa alla due giorni anche una nutrita delegazione trentina rappresentata dall’associazione “La terra degli Avi – SECOLO TRENTINO odv” che figura fra le entità organizzatrici