Home » Gli occhi di Norma.
Attualità Post-it Vannucci

Gli occhi di Norma.

Antignana, notte del 4 ottobre 1943.

Cosa videro i tuoi occhi, quella notte, Norma? Quegli occhi ch’erano due diamanti neri capaci d’illuminare il buio. Ed avevi un sorriso radioso, come sono radiosi i sorrisi dei ragazzi e tu, Norma, avevi vent’anni. Ed eri bella, talmente bella che pure la storia s’è innamorata di te spazzando via il voluto oblio.

Cosa videro i tuoi occhi, Norma, la notte delle belve feroci? E le tue grida che non bastarono a fermare quei senza Dio, né le tue implorazioni, né il tuo pianto né il tuo pensiero perché tutto finisse in fretta. Chissà se pensavi ai tuoi vent’anni, Norma, alle lezioni su Socrate o alla Medicina dell’amore di Ovidio, ma forse pensasti a Goethe ed alla sua candela accesa per cercare Dio.

Ma fosti prigioniera dei figli di Satana, i partigiani, belve assetate capaci di avventarsi sul tuo corpo una, due, tre… chissà quante volte prima d’infilarti un palo nella vagina e gettarti, ancora viva, dentro la foiba di Surani.

Cosa videro i tuoi occhi, quella notte, Norma?

Marco Vannucci

(Dal racconto di Licia Cossetto, sorella di Norma: Mentre stavo lì, cercando di ricomporla, una signora si è avvicinata e mi ha detto: “Signorina non le dico il mio nome, ma io quel pomeriggio, dalla mia casa che era vicina alla scuola, dalle imposte socchiuse, ho visto sua sorella legata ad un tavolo e delle belve abusare di lei; alla sera poi ho sentito anche i suoi lamenti: invocava la mamma e chiedeva acqua, ma non ho potuto fare niente, perché avevo paura anch’io»)