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Società

I Ferragnez e i diritti dei minori sulle foto sui social

La recente separazione dei Ferragnez, ovvero l’influencer Chiara Ferragni e il rapper Fedez, ha fatto molto discutere soprattutto per gli strascichi successivi. Di recente infatti è sorta una polemica riguardo uno degli ultimi post di Chiara in cui lei appare inquadrata frontalmente mentre i figli Leone e Vittoria, rispettivamente di 6 e 3 anni, sono di schiena. La decisione è stata giustificata dal fatto che, per postare foto frontali e non censurate di minori serve il consenso reciproco, consenso che pare Fedez ha deciso di non concedere più.

Si è dunque aperta la discussione su un punto chiave: per quanto ancora si potranno pubblicare le foto dei figli sui social? Il problema non riguarda solo gli influencer ma anche le persone comuni anche perché la questione della pubblicazione di foto dei figli sui social media da parte dei genitori è un argomento molto dibattuto e controverso. Un argomento che però sembra ora trovare una novità per via di una proposta di legge che affronta questo fenomeno.

Il fenomeno si chiama “sharenting”, e consiste nella condivisione di foto e video dei propri figli minorenni sui social network, ma anche su applicazioni di messaggistica; tale fenomeno ha visto molti influencer introdurre simile pratica, e di conseguenza anche persone comuni, senza però porre attenzione ai problemi giuridici che ci possono essere alla base. Sebbene ci sia una potestà genitoriale sui figli, è altresì vero che i social network conservano le immagini e permettono ad altri di salvare la foto e più in generale vi è un trasferimento di un’immagine – soggetta a diritti – ad altri soggetti. Dal punto di vista giuridico vi è una legge sul diritto d’autore, realizzata nel 1941 e che proprio per questo motivo, nonostante le numerose integrazioni, è una legge che appartiene ad un’altra epoca. A riguardo, così come ricorda il sito Altalex, l’articolo 96 della legge 633/1941 sul diritto d’autore ha stabilito che “Il ritratto di una persona non può essere esposto, riprodotto o messo in commercio senza il consenso di questa”, introducendo così la necessità di un consenso da parte del soggetto alla diffusione della sua immagine. Fanno eccezione a questo principio i casi in cui “la riproduzione dell’immagine è giustificata dalla notorietà o dall’ufficio pubblico coperto, da necessità di giustizia o di polizia, da scopi scientifici, didattici o colturali, o quando la riproduzione è collegata a fatti, avvenimenti, cerimonie di interesse pubblico o svoltisi in pubblico.” (articolo 97), a meno che tale riproduzione non rechi pregiudizio all’onore, alla reputazione o al decoro della persona.

La questione non è tanto il problema relativo al fatto che sia giusto o meno pubblicare la foto, quanto piuttosto – così come ha sollevato lo stesso Corona nel corso del podcast “Gurulandia – Il Podcast” – il problema relativo al futuro consenso dei minori alla pubblicazione di quella foto che li ha messi fondamentalmente alla merce di tutti. “I figli non sono coscienti e non hanno il diritto di dire no”, ha ricordato qualche giorno fa nel podcast Fabrizio Corona che ha affermato di essere a favore di un disegno di legge che vieti di pubblicare le foto di figli minori sui social, disegno di legge che vedrà la luce nei prossimi mesi.

Dall’altra comunque anche la politica sta mostrando attenzione al delicato problema. In merito, così come riportato da numerose testate, lo scorso giovedì 21 marzo è stata presentata dal gruppo parlamentare “Alleanza Verdi e Sinistra” una proposta di legge contro l’utilizzo dell’immagine dei minori sul web. Il documento dal titolo «Disposizioni in materia di diritto all’immagine dei minorenni» vede come firmatari gli on. Bonelli, Zanella, Piccolotti e Fratoianni e ha come scopo quello di porre un importante precedente giuridico.

La questione è del resto particolare perché ci troviamo di fronte a un quesito: proibire o no una cosa che oggigiorno viene fatta con regolarità da tantissimi genitori e famigliari? Ci troviamo di fronte a due questioni delicate: ovvero da un lato il principio di dar libertà ai genitori di condividere i momenti più belli della vita dei propri figli con amici e familiari; dall’altro ci sono i diritti relativi alla privacy e alla sicurezza del minore in un mondo caratterizzato da una digitalizzazione che è in rapido cambiamento e che non è più quel mondo digitale da noi conosciuto nei decenni scorsi e che sempre di più si sta approcciando ad avere una moltitudine di dati di difficile trattazione e che aumentano per ognuno di noi in modo esponenziale giorno dopo giorno.

M.S.