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L’opinione: il futuro abitativo della generazione “Z” e le successive

Nuove prospettive spaziali e temporali per le città del futuro

In futuro cambierà la prospettiva spaziale delle città, delle abitazioni e delle attività commerciali.

Lo spazio nelle abitazioni sarà sempre più ridotto: piccoli spazi per bisogni più ampi richiederanno di cambiare, anche solo temporaneamente, la destinazione e la divisione dello spazio disponibile a seconda delle variabili esigenze dei suoi abitanti e di riadattare le funzioni d’uso facilmente e rapidamente.

Lo spazio circostante, ovvero lo spazio con cui l’abitazione si integra e interagisce, anche in considerazione della sua diversa collocazione nel territorio (urbano o rurale), diventerà sempre più un elemento importante.

Lo spazio all’interno dei nuovi edifici residenziali sarà spesso condiviso con altri. Coabitazioni e convivenze variabili e temporanee richiederanno all’abitazione alti livelli di flessibilità e di personalizzazione, anche in considerazione della possibile compresenza di generazioni e etnie diverse all’interno della stessa unità abitativa.

Lo spazio abitativo sarà distribuito e non più concentrato: non vi sarà più un solo luogo in cui abitare e sempre di più la vita porterà l’uomo a frequenti spostamenti e dunque al possesso e alla gestione contemporanei di diverse case in diversi luoghi.

In un mondo individuale e familiare dai confini aperti e variabili, la casa si confermerà comunque un approdo, un ambito di stabilità affettiva e di ricongiungimento familiare e sociale. Analogamente, cambierà anche la prospettiva temporale con cui guardare alla casa. Sempre meno si acquisterà la casa della vita, e sempre più si cercherà la casa per una fase della vita, laddove i bisogni, i gusti e le esigenze cambieranno di fase in fase.

L’uomo avrà sempre meno tempo da dedicare alla casa, alla sua manutenzione e pulizia, all’apprendimento dell’uso di elettrodomestici e attrezzature che diventando, sempre più sofisticati e pervasivi, dovranno essere sempre più semplici e di facile utilizzo. Nella casa l’uomo trascorrerà momenti diversi della giornata: vorrà dormire, mangiare, curarsi, socializzare, lavorare e riposarsi. La ricerca dell’efficienza e dell’armonia nel passaggio tra questi momenti diventerà un aspetto sempre più cruciale per permettergli di raggiungere un ottimale bilanciamento tra vita e lavoro. Interessante al riguardo è la crescente sperimentazione anche in territorio italiano delle realtà abitative Cohousing. Il Cohousing è una particolare forma di convivenza condominiale, dove i condomini decidono di condividere alcuni spazi e servizi comuni, rimanendo però autonomi nella gestione del proprio appartamento.

Si tratta di un fenomeno ancora poco diffuso in Italia, nato intorno agli anni 60 nei paesi scandinavi, prima di estendersi successivamente anche nel resto del nord Europa (Belgio, Olanda, Inghilterra, Germania), ma ci sono numerosi casi anche in Nord America, Australia e Giappone. Per una definizione precisa si deve far riferimento al sito cohousing.it che riporta testualmente: “Le comunità di cohousing combinano l’autonomia dell’abitazione privata con i vantaggi di servizi, risorse e spazi condivisi (micronidi, laboratori per il fai da te, auto in comune, palestre, stanze per gli ospiti, orti e giardini…) con benefici dal punto di vista sia sociale che ambientale.”

Lo scienziato britannico Ian Pearson – fisico teorico e ingegnere, inventore degli SMS e futurologo della British Telecom – afferma che pochi conoscono le tecnologie del futuro, quindi molti scienziati basano i loro avvertimenti sul modo in cui viviamo attualmente, come se dovessimo continuare così per sempre, in realtà abbiamo già a disposizione un gran numero di nuove tecnologie, altre in corso di definizione e molte a venire. Va da sé desumere che, grazie a tecnologie sempre più avanzate, avremo bisogno di meno energia e materiali a parità di qualità della vita. E anche la disponibilità di energia e risorse aumenterà grazie alle nuove tecnologie.

Esiste una relazione molto forte fra futurologia, scienza, tecnologia e fantascienza. Guardando alcuni film di fantascienza si trovano una serie di ottimi consigli scientifici e anche grandi intuizioni, alcune che hanno poi avuto esiti reali. Ian Pearson afferma che intorno al 2025, ogni nuova casa avrà al suo interno un supercomputer: un cervello elettronico super intelligente simile a quello che oggi hanno soltanto le multinazionali o la C.I.A. (Central Intelligence Agency è l’agenzia di spionaggio per l’estero degli Stati Uniti d’America, responsabile dell’ottenimento e dell’analisi delle informazioni sui governi stranieri, sulle società, sugli individui e sulla segnalazione di tali informazioni ai vari rami del governo degli Stati Uniti). Cambierà radicalmente il modo in cui funziona un’abitazione, perché il computer sarà una specie di regista integrato di tutte le attività e le necessità casalinghe.

Ma cambierà anche il mercato delle forze armate. Già oggi la Playstation 3 ha una potenza equivalente all’1 per cento del cervello umano. Una Playstation 5, che arriverà sul mercato tra circa un decennio avrà una potenza pressoché pari a quella del cervello umano.

Nel mondo del lavoro con la I.A. non avremo più bisogno di manovalanza intellettuale: medici, ingegneri, insegnanti, potranno essere sostituiti da computer che funzionano meglio e costano di meno. Acquisterà importanza, invece, la cosiddetta manovalanza della compassione: infermieri, assistenti sociali, psicologi, mestieri in cui il contatto umano, diretto, è decisivo. Come sempre, non è la tecnologia in sé, ma il modo in cui viene utilizzata, a determinare il risultato.

È prevedibile che tra mezzo secolo avremo acquisito gli strumenti per sconfiggere il cancro, la fame, la povertà, l’inquinamento, e per viaggiare rapidamente a distanze siderali nello spazio. Biotecnologie, clonazione, nanotecnologie, supercomputer, contengono la promessa di un mondo libero da molte delle odierne catene. Nasceremo e cresceremo più sani, più intelligenti, più longevi. Ci saranno sempre uomini determinati a sfruttare tecniche sempre più sofisticate per dominare il prossimo. Le guerre del 2050 potranno distruggere decine di milioni di persone in pochi giorni, o in poche ore. Potrà essere un mondo migliore, dunque, oppure un mondo peggiore, in cui l’uomo contribuisce alla propria estinzione.

Secondo stime effettuate dalla FAO nel 2030 la popolazione mondiale aumenterà del 33 % rispetto ad oggi e l’aumento nel 2050 toccherà la percentuale di circa il 50 % passando dagli attuali 6,8 miliardi a 9,1 miliardi di individui. Per sfamarli tutti sarà necessaria una quantità di cibo superiore del 70 % rispetto ad oggi. L’ 80 % della popolazione mondiale vivrà in megalopoli ad altissima densità. Queste megalopoli nasceranno attraverso una progettazione integrata degli edifici (destinati ad uso abitativo, commerciale, pubblico) delle infrastrutture per i trasporti e delle aree verdi.

Potrebbe modificarsi radicalmente il modo di coltivare i prodotti ortofrutticoli per ottimizzare le risorse idriche ed energetiche. Secondo Ray Hammond , uno dei più importanti scienziati al mondo , consulente delle più importanti multinazionali e catene della Grande Distribuzione Organizzata, nei prossimi 40 anni assisteremo al grande sviluppo dei luoghi virtuali di acquisto . Le esperienze di acquisto virtuali diventeranno sempre più complete e reali, ma i punti vendita fisici non smetteranno di esistere. I punti vendita del futuro saranno sempre più rispettosi dell’ambiente ed autosufficienti dal punto di vista energetico come del resto tutti gli altri edifici sia ad uso commerciale che abitativo. Già da ora è stata emessa la normativa europea che non sarà più possibile locare appartamenti, abitazioni che siano energivori, no green. La tecnologia e la rete saranno ovunque. I supermercati riusciranno a prevedere gli acquisti e le mosse del consumatore nel punto vendita attraverso telecamere intelligenti che analizzeranno la mimica, i battiti del cuore, lo sguardo incrociando istantaneamente i dati con quelli delle precedenti esperienze di acquisto nel punto vendita.

Questa sarà la società abitativa che attende la generazione “Z” e le successive.

E noi … noi della non generazione ‘’Z’’ prepariamoci ad essere fagocitaci dal nuovo mondo, faremo parte della preistoria.

Marco Affatigato

Riguardo l'autore

Marco Affatigato

nato il 14 luglio 1956, è uno scrittore e filosofo laureato in Filosofia - Scienze Umane e Esoteriche presso l'Università Marsilio Ficino. È membro di Reporter Sans Frontières, un'organizzazione internazionale che difende la libertà di stampa.

Nel 1980 la rivista «l’Uomo Qualunque» ha pubblicato suoi interventi come articolista. Negli ultimi anni, ha collaborato regolarmente con la rivista online «Storia Verità» (www.storiaverita.org) dal 2020 al 2023.