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Editoriali

LA CRISI DI UNA NAZIONE E LA SFIDA DEL FUTURO

Sono passati vent’anni dal famoso lancio delle monetine, lancio avvenuto davanti al famoso Hotel Raphael. Il protagonista non era il cavaliere ma il suo amico Bettino Craxi che pochi mesi dopo partì in esilio per la Tunisia. La stagione era quella di “Mani pulite” e il sistema della prima repubblica vacillava tra scandali, riforme parlamentari e nuove dinamiche politiche. Il 27 novembre, come ormai i media hanno ricordato, è la fine di un’epoca perché ci si illude che sia questa anche se nei fatti non è così. Il nostro paese non è cambiato nei fatti anzi è peggiorato. Se negli anni novanta i principali schieramenti politici si presentavano quali portatori d’ideali, a oggi non si può far a meno che assistere al continuo depauperimento socio nazionale. Si litiga e si discute nei famosi “talk show” ma non si propongono idee e il nostro paese si è fermato intorno ad un solo argomento senza pensare alla crisi economia, alla crisi valoriale e alla crisi identitaria nazionale.

Perché una nazione senza un progetto per il futuro è morta. Basti pensare ai pesanti dati inerenti alla disoccupazione giovanile, alla chiusura di aziende oberate da debiti e dalla continua assenza di un grande legislatore che possa dar vita a quelle riforme che un paese necessita da anni, soprattutto a livello costituzionale. Un piccolo esempio è quello del lavoro. Il dettato costituzionale, oltre al conosciuto articolo primo, cita varie volte questo come vero e proprio diritto; oggi sono in pochi, e questo è un duro monito verso la sinistra, a tutelare ciò visto che nessuno si è opposto alle varie riforme che hanno portato all’attuale situazione totalmente fallimentare. Si pensava di aumentare l’occupazione e nei fatti si è solo giunti a farla aumentare.

Eppure lo scenario resta tutto così perché conviene alla stampa, conviene a quel famoso quarto potere che manda avanti solo certe persone e concetti. Si è visto nelle campagne elettorali, provinciali e anche a quelle nazionali. Si può scrivere molto a riguardo ma emblematico è il film di Orson Welles dal titolo “Citizen Kane”. La vera sfida resta comunque quella del centrodestra, o detta anche destra se si vuole dar vita a un reale sistema bipolare o aspirante tale, che deve risvegliarsi da questa quinquennale dormiveglia. Di battaglie ve ne sono molte. Un esempio è quello della difesa della libertà, non quella legata al Cavaliere, ma quella legata alla libertà d’espressione. La cronaca cita molti casi di persone che sono state processate solamente per aver espresso opinioni diverse da quelle che alcuni vogliono imporre. Si ha sempre più paura nell’usare parole legate alla vulgata comune. Ciò limita chi veramente siamo e porta ad un continuo stato di cattività sociale.

M.S.