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Ambiente Un bergamasco in Rendena

Trentino: sinfonia di particolari unici.

Esiste un sentimento dell’animo che è l’esatto contrario della sindrome di Stendhal: si realizza quando la convivenza con cose meravigliose ci dà l’assuefazione. In altre parole, non ce ne accorgiamo più: passiamo in mezzo alla bellezza senza farci caso. Un pochino, è quello che è successo a me: a furia di stare in mezzo a paesaggi di formidabile splendore, ho perso il piacere di contemplarli.

Invece, dovremmo sempre tener presente quale sia il privilegio di poter godere di scenari tanto incantevoli, rispetto a chi deve vivere nel grigio quotidiano. Ho fatto questa riflessione un paio di giorni fa, grazie a una disavventura tragicomica che mi è capitata. Stavo andando col bocia a fare un giro in montagna, sopra Brentonico e, come di consueto, mi sono fermato a Ponte Arche a fare benzina: o, meglio, a fare gasolio. Perché io ho un’auto a gasolio. Solo che, in quel momento, guidavo l’utilitaria di mio figlio, che è a benzina. So che avrete già capito tutto: da bravo fesso, ho disciplinatamente riempito il serbatoio dello “scatulì” di carburante diesel.

Tra noi alpini, quando fai una boiata, vieni “bottigliato”: ovvero paghi una o più bottiglie alla calotta. Io, in mancanza di mescite nei pressi, ho scelto di espiare lasciando l’auto al meccanico e tornando a Mortaso a piedi: 25 bei chilometrini, via Stenico, Ragoli e Tione. Si tratta di una strada che ho fatto mille volte in automobile e che, se me l’avessero chiesto, avrei detto di conoscere come le mie tasche. Invece, facendola passin passino, al di là del caldo e di un po’ di mal di piedi, ho scoperto un sacco di cose che non avevo mai notato: paesaggi bellissimi che avevo del tutto trascurato, pareti, forre, vallette. Ma anche case, chiesine, cimiteri, portici, scalette: opere della natura e opere dell’uomo. Insomma, da oggi guarderò quella strada con occhi diversi: non sarà più una semplice strada che mi trasferisce dalla val Rendena a Comano, ma sarà un piccolo universo di minuscoli splendori. Per il resto della mia vita. E, se questo è l’effetto che mi fa percorrere la forra di Ponte Pià, che dovrei dire dell’Adamello, della Presanella, del Brenta, che si trovano proprio fuori della mia porta e che sono montagne meravigliose?

Ecco, questo volevo dirvi, cari Trentini: vivete in una terra piena di incanti e di splendore, unica al mondo. Semplicemente, qualche volta, fermatevi a pensarci: non abituatevi mai a tutta questa bellezza: lasciate che, ogni volta, vi riempia di stupore e di gioia.

E siatene grati al Padreterno, come lo sono io.

Marco Cimmino