Rocco Casalino, ex portavoce del premier Giuseppe Conte, oggi è stato ospite di Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1, dove ha parlato della sua esperienza nel governo uscente ma anche di alcuni aspetti della propria vita privata. Lei ha raccontato di esser stato bullizzato quando era adolescente. Le è accaduto qualcosa di simile anche in politica? “Bullizzato non è il termine appropriato, diciamo che in politica sembra esserci la necessità di denigrare, offendere, tirando fuori cose del passato che non c’entrano più nulla per denigrare la professionalità di una persona”. Quando si diceva che il precedente era il governo Casalino-Conte lo si faceva in questo senso? “C’era un chiaro intento di utilizzare la mia immagine per colpire Conte”. Di questo ne parlava con l’ex premier? “Ne parlavamo, lui era molto attento ma io minimizzavo sempre”.
Con Conte vi davate del tu? “Si, mi aveva concesso questo privilegio”. C’è chi ha scritto che il soprannome che le aveva dato fosse Roccobello…”No, è una cavolata”, ha detto Casalino a Un Giorno da Pecora. Torniamo ad un fatto di qualche tempo fa: l’ex presidente del Consiglio era rimasto male quando Trump lo aveva chiamato Giuseppi? “No, assolutamente no, anzi era diventata una cosa molto divertente, che nacque al G7 in Canada. Lui continuava a dire ‘Giuseppi’ perché forse gli veniva più facile e credo glielo abbia anche detto. Mi pare che una volta, in una riunione con tutti gli altri leader, Trump ad alta voce, disse proprio Giuseppi, senza nessun intento denigratorio”. Ora che è fuori dalla politica, ci può dire se Conte ce l’ha di più con Renzi o con Salvini? “Non voglio parlare di cose di altri, parlo per me”.
E lei come la pensa a riguardo? “Entrambi hanno fatto cadere il governo ragioni personali. La metodologia di Renzi, che ha creato una crisi in piena pandemia, però a livello di cinismo come operazione supera Machiavelli, anche se ne posso comprendere le ragioni politiche”. A suo avviso quando Conte ha capito che il suo esecutivo era alla fine? “Il sospetto lo avevamo da tanto tempo, era evidente fosse iniziata una operazione logoramento scientifico, la sensazione era che era tutto un po’ deciso”. Fu lei a scrivere il famoso discorso contro Salvini che Conte pronunciò in aula nell’agosto del 2019? “Non lo dirò neanche sotto tortura…”
Vuol dire che lo scritto lei allora? “No, mi sono espresso male. Lo ha scritto il Presidente. Diciamo che su tutti i discorsi c’era sempre una certa collaborazione”. A Conte converrebbe fare il capo dei 5S, rischiando di non poter più fare il leader di una coalizione di governo? “Berlusconi faceva il capo di un partito e ed era anche il capo di una coalizione”. Le manca l’ex premier, anche dal punto di vista umano? “ Siamo in tanti a sentire la mancanza di questo presidente, è umanamente una persona straordinaria, ha il dono di arrivare al cuore della gente”. E’ vero che Conte si tagliava i capelli da solo? “Si, questo è assolutamente vero”. Nella sua autobiografia lei scrive che le piacerebbe fare il ministro. Di quale ministero? “Forse di un ministero della Comunicazione, che ora non c’è”. Uscendo dalla politica, ci dica: è vero che per in un periodo della sua vita andava a Cuba solo per un weekend? “Ho avuto sempre difficoltà ad innamorarmi e poi una volta mi innamorai di questo ragazzo cubano, e l’amore mi spingeva a non aver nessuna razionalità. Ed effettivamente partivo il venerdì, dormivo la notte in aereo e arrivavo lì la mattina presto. Mi facevo tutto il sabato e ripartivo la domenica sera: una cosa folle”.