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Conte chiama a raccolta destra e sinistra per dire no alla guerra e no alla bomba

Se da un lato i leader europei e l’esponente del principale partito italiano urlano alla guerra contro la Russia in nome di una libertà che va contro gli interessi del popolo italiano che rischierà nei prossimi mesi – causa rincari – di arrivare alla canna del gas, sempre che ve ne sia ancora, il leader del M5S passa all’attacco, sostenendo ancora una volta la sua linea pacifista.

Il leader del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conte ha consegnato così in un’intervista al Fatto Quotidiano la sua proposta da nuovo capopopolo dei pacifisti italiani. Dopo aver lanciato l’iniziativa su Avvenire, Conte dice che vorrebbe in piazza anche «gli elettori di centrodestra. La pace non ha colori. Dobbiamo concentrarci su ciò che unisce rispetto a quelle che possono essere le varie sensibilità. Serve una svolta condivisa, una forte spinta verso il negoziato, che rappresenta l’unica via di uscita da questa guerra».

Un periodo di continua campagna per il leader del M5S che solo per poco non è riuscito a mettere in pensione il M5S.

Nella puntata del 4 ottobre su La7, Nando Pagnoncelli ha snocciolato gli ultimi numeri. «Alla domanda su ‘chi vorrebbero gli italiani al governo’, il 40 per cento preferisce Giorgia Meloni». Poco più sotto, Giuseppe Conte. Il leader del Movimento 5 Stelle guadagna il 40 per cento, mentre il 25 per cento non si esprime. La forbice tra la numero uno di Fratelli d’Italia e l’ex premier stupisce Giovanni Floris. Il conduttore infatti afferma che «c’è poca distanza». D’altronde Conte è riuscito a risalire i sondaggi, con una campagna elettorale ben mirata.

Ma qual è il vero obiettivo di Giuseppe Conte? «Per il momento il Movimento 5 Stelle continuerà ad andare da solo: elettoralmente ed anche a livello di sondaggi e popolarità paga molto», spiega un fedelissimo dell’avvocato del popolo. Poi «alle Europee si punterà al sorpasso sul Pd».

Se l’operazione riuscirà, a quel punto Conte potrebbe abbandonare l’opzione solisistica per proporsi come federatore, polo aggregatore di un nuovo centrosinistra. Insomma, potrebbe anche riproporre il «campo largo» lettiano ma stavolta a trazione grillina. L’obiettivo finale è candidarsi premier come partito più forte della coalizione alle prossime politiche per riprendersi palazzo Chigi. E siccome il centrodestra non è maggioranza nel Paese al quartier generale grillino già sognano un Conte Ter anche semmai ponendosi come forza libera tra destra e sinistra.

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