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Esteri

Putin: “pronto ad aprire un negoziato con Kiev”

Putin al Forum di Valdai ha affermato che la Federazione Russa è pronta per i negoziati con l’Ucraina, “ma Kiev ha deciso di non portarli avanti”. Ha anche raccomandato agli Stati Uniti di “dare un segnale a Kiev in modo che l’Ucraina risolva i problemi pacificamente”.

Rispondendo alla domanda di un giornalista su quale visto richiedere il prossimo anno quando si visita Odessa – russo o ucraino, Putin ha detto che “La città di Odessa è una delle più belle del mondo, può essere sia un pomo della contesa che un simbolo di risoluzione del conflitto.” Putin ha anche ricordato che Odessa è stata fondata dall’imperatrice Caterina e ha ricordato che questo fatto non è contestato nemmeno da “nazionalisti estremisti”. Cioè, Putin, a quanto pare, sta alludendo al fatto che la Federazione Russa non è contraria agli ipotetici colloqui di pace che si tengono a Odessa. Tuttavia, la metafora della “mela della discordia” suggerisce anche che la Russia non esclude di combattere per la città.

Putin nel corso del suo discorso ha anche affermato che “c’è un altro Occidente – aggressivo, cosmopolita, neocoloniale, che agisce come strumento delle idee neoliberiste. Sono proprio i dettami di questo Occidente che la Russia, ovviamente, non potrà mai tollerare”.             

Sebbene Putin veda indubbiamente il conflitto in Ucraina come una lotta esistenziale contro l’Occidente – descrivendo le sue forze come in lotta contro “l’intera macchina militare occidentale” e attribuendo agli “anglosassoni” il deragliamento dei colloqui di pace e il sabotaggio del gasdotto Nord Stream – ha tracciato una distinzione tra le élite occidentali e la società occidentale. Se da un lato l’Occidente si espande principalmente per garantire i propri “interessi mercantili”, ha dichiarato durante l’incontro di giovedì, dall’altro impone le proprie esportazioni culturali anche a chi non le vuole. “Se le élite occidentali credono di poter lanciare nuove tendenze come le decine di generi e le parate gay, hanno il diritto di farlo”, ha detto. “Ma non hanno il diritto di pretendere che gli altri seguano la stessa direzione”.