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Pensieri in Libertà

Il conflitto in Ucraina e l’attualità del Patto Molotov-Ribbentrop

E’ possibile che il conflitto in Ucraina possa essere risolto con un patto che ricorda per molti versi quello stipulato a Mosca nel 1939 e conosciuto come Patto Molotov-Ribbentrop? Su questa domanda ormai molti esperti di geopolitica ci stanno facendo delle analisi anche alla luce del comportamento statunitense in Ucraina.

“L’obiettivo dell’America è impedire alla Cina di intestarsi il primato mondiale nel XXI secolo” e per farlo non può combattere direttamente una guerra contro la Russia, spiega Caracciolo. A Washington servono “partner” in Europa “capaci di partecipare al contenimento della Russia senza pretendere troppo dall’America”. L’asse franco-tedesco dovrà dunque cedere il passo a quello scandinavo-polacco con Varsavia che punta ad “affermarsi massima potenza militare d’Europa”, ha affermato Lucio Caracciolo che poi in occasione di un’intervista ad Otto e mezzo ha affermato:

“La verità è che gli americani sembra che abbiano deciso di accorciare i tempi della guerra in Ucraina. Bisogna vedere se ci riusciranno… Per loro il problema della Cina è più importante di quello della Russia. L’industria militare americana non può dalla sera alla mattina produrre, per decisione del presidente Biden, quello che servirebbe per armare gli ucraini oltre un certo limite”.

Secondo Caracciolo, la vera preoccupazione della Difesa americana è un’altra: “Il Pentagono dice: scusate, noi la guerra eventualmente la faremo con la Cina, non con la Russia, quindi perché dovremmo dare le armi per combattere la Russia se poi non abbiamo più niente in magazzino se faremo la guerra con la Cina?”. 

Dichiarazioni non fuori luogo dato che sono ben note le esternazioni del diretto avverso di Biden – ossia Trump – nei confronti della Cina nel corso della sua presidenza, ma non solo. A tenere banco è l’annosa questione relativa a chi possa controllare l’oriente tra Stati Uniti e Cina, più precisamente sulla capacità di Washington di contenere il crescente espansionismo cinese.

Ma chi vorrebbe un nuovo Patto Molotov-Ribbentrop, capace di ridisegnare l’Est Europa? Oltre agli statunitensi anche i polacchi sempre più preoccupati di rivedere ripresentarsi scenari storici a cui hanno già assistito nei secoli scorsi.

Un articolo uscito il 26 Marzo su Foreign Policy indica una delle soluzioni che agli americani non dispiacerebbe per la situazione ucraina. Una annessione, di fatto (sul modello della riunificazione tedesca), dell’Ucraina alla Polonia, per contrastare il duo franco-tedesco alla guida dell’UE e per tagliare definitivamente i rapporti tra Europa e Russia nel futuro:

“Nel 1386, l’ultimo sovrano pagano della Lituania, Jogaila, sposò la regina bambina della Polonia, Jadwiga, allora appena adolescente. Il matrimonio creò un’unione politica tra la Polonia e il Granducato di Lituania, che comprendeva gran parte delle attuali Bielorussia e Ucraina.  […]

E se una soluzione politica simile fosse disponibile per i problemi che l’Ucraina e la Polonia devono affrontare oggi? L’argomento a favore di un’unione politica esplicita tra i due Paesi non si basa sulla nostalgia, ma su interessi comuni. […]

Entrambi i Paesi devono affrontare la minaccia della Russia. Oggi la Polonia è un membro in piena regola dell’UE e della NATO, mentre l’Ucraina è desiderosa di aderire a entrambe le organizzazioni. […]

Immaginiamo che, alla fine della guerra, la Polonia e l’Ucraina formino uno Stato federale o confederale comune, fondendo le loro politiche estere e di difesa e facendo entrare l’Ucraina nell’UE e nella NATO quasi istantaneamente. L’Unione polacco-ucraina diventerebbe il secondo Paese più grande dell’UE e probabilmente la sua maggiore potenza militare, fornendo un contrappeso più che adeguato al tandem franco-tedesco, cosa che manca all’UE dopo la Brexit. […]

Per gli Stati Uniti e l’Europa occidentale, l’unione sarebbe un modo permanente per proteggere il fianco orientale dell’Europa dall’aggressione russa. […]

Ben chiare sono le ambizioni polacche di essere un Paese guida all’interno dell’Unione europea, d’altronde a lungo, o medio termine, la Polonia punta ad “affermarsi massima potenza militare d’Europa”. Ma la Polonia non è l’unico partner strategico. Poco più dietro ecco i Paesi scandinavi. Tutti, conclude l’esperto, “oggi meno potenti dei poco affidabili euroccidentali“, ma “domani o dopodomani gruppo di testa dell’Alleanza a stelle e strisce anche sotto il profilo strettamente militare”. 

Il vero problema in questo contesto è il tipo di accordo che si potrebbe defilare. L’affermazione di un possibile nuovo Patto Molotov-Ribbentrop dovrebbe essere visto con preoccupazione dato che proprio tale accordo tra l’Unione Sovietica e la Germania nazista fu l’evento che portò allo scoppio della Seconda Guerra mondiale. Si tratterebbe del resto di un accordo che potrebbe portare a un conflitto tra Cina e Stati Uniti con tutte le conseguenze del caso anche in termini di crisi economica.

La Cina in questi ultimi anni si sta sempre più ergendo come Prima potenza economica mondiale e l’Europa ormai dipende in larga misura dalle esportazioni cinesi che potrebbero – in caso di conflitto – bloccarsi a danno nostro. Le soluzioni all’orizzonte che si possono intravvedere diventano di conseguenza solo due: o puntare a far in modo che ci possa essere una Pace di Yalta, soluzione già teorizzata anni fa da molti esperti di Geopolitica e che si caratterizza per non essere un accordo che presuppone un conflitto ma un periodo di relativo benessere per un continente, o puntare sull’ingegno italiano, ovvero puntare a a quel continente – l’Africa – che con le sue migrazioni necessita di diventare la nuova frontiera, ovvero un territorio su cui investire al fine da un lato di migliorare le condizioni economiche e dall’altra di bloccare i flussi migratori. L’Italia se vuole può ritornare a essere protagonista prima che sia troppo tardi anche perchè il nostro Paese non potrebbe reggere uno scontro con il mondo cinese.