“Il problema non è l’ascesa delle macchine intelligenti, ma l’istupidimento dell’umanità”. Utilizzare la frase di Astra Taylor per presentare il bilancio del progetto Smaile (Simple Methods for Artificial Intelligence Learning and Education) denota comunque un senso dell’umorismo ormai raro non solo in Italia. E il fatto che sia diventato così raro conferma l’idea di una umanità che diventa sempre più stupida e, inevitabilmente, al servizio delle macchine e di chi le controlla.
Il progetto Smaile – diretto dal Politecnico di Torino in collaborazione con l’Università di Torino e la Royal Holloway University di Londra – grazie ai finanziamenti della Compagnia di Sanpaolo, ha portato l’intelligenza artificiale nelle scuole elementari e nelle prime medie. Con l’intenzione di mettere a contatto i bambini ed i ragazzini con la realtà con cui dovranno confrontarsi in un futuro praticamente immediato.
E secondo le valutazioni della Fondazione Bruno Kesller di Trento, i risultati positivi ci sono stati. Ottenuti partendo dell’intelligenza artificiale applicata al gioco e poi, man mano, facendo aumentare le conoscenze e le competenze. Perché è evidente che solo le conoscenze renderanno liberi dalla tirannia di chi controlla le macchine.