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Giornata della Libertà di Stampa – Rapporto di Reporter Sans Frontieres: “Libertà dei media minacciata”

La libertà di stampa è in pessime condizioni in un numero record di Paesi. Lo rileva, nel 30mo anniversario della prima Giornata mondiale della libertà di stampa, l’ultimo rapporto di Reporters senza frontiere, secondo il quale la disinformazione, la propaganda e l’intelligenza artificiale rappresentano minacce crescenti per il giornalismo.

Il Medio Oriente è la regione più pericolosa del mondo per i giornalisti. Ma le Americhe non hanno più nessun paese colorato di verde, che significa “buono”, sulla mappa della libertà di stampa. Gli Stati Uniti sono scesi di tre posizioni al 45esimo posto. Dopo l’Italia.

WORLD PRESS FREEDOM INDEX

In questo drammatico scenario l’Italia è al 41° posto su 180. Il World Press Freedom Index 2023 denuncia che la situazione, per quanto riguarda la libera informazione, è preoccupante in almeno 120 Paesi su 180 mentre per 31 Paesi è addirittura “molto grave”.

“A comportare nuovi rischi lo sviluppo dell’intelligenza artificiale – denuncia Christophe Deloire, direttore generale di Reporters senza frontiere – così come comportamenti e pratiche di responsabili politici in almeno due terzi dei 180 Paesi esaminati che contribuiscono a ondate di disinformazione. Insomma, c’è una situazione in cui, a seconda degli sviluppi politici, dei cambiamenti di governo, in un colpo solo, possono essere riversate ondate di disinformazione e discorsi di odio e questo influenza molto la nostra classifica”.

A far precipitare la situazione, con massicce campagne di disinformazione o propaganda, l’aumento dell’aggressività da parte di governi autocratici ma non solo. Sulla cartina le aree in rosso sono prevalentemente quelle della regione Asia-Pacifico, trascinate in basso da regimi ostili ai giornalisti, con la Corea del Nord a fare da fanalino di coda.

INTELLIGENZA ARTIFICIALE

L’intelligenza artificiale -dice ancora la relazione di Rsf- sta “provocando ulteriore scompiglio nel mondo dei media”, si aggiunge, con strumenti “che digeriscono i contenuti e li rigurgitano sotto forma di sintesi che violano i principi di rigore e affidabilità”. “La comunità internazionale deve prendere coscienza della realtà e agire insieme, in modo deciso e rapido, per invertire questa tendenza pericolosa”.

Male la Turchia di Erdogan, 165^. Russia 164^ e Israele, 97° hanno perso decine di posizioni mentre la Grecia 107^, recupera un posto ma occupa ancora l’ultima posizione nella classifica dei Paesi europei.

Statha Alexandropoulou-Karaivaz è la moglie di Giorgos Karaivaz, giornalista assassinato in pieno giorno nel 2001 davanti casa ad Atene mentre conduceva un’inchiesta giornalistica su corruzione e criminalità organizzata. Secondo lei suo marito è stato assassinato per tappargli la bocca.

“Non c’è libertà di stampa in Grecia, questo è certo – dice – lo testimoniano gli scandali che vengono rivelati un giorno e che, il giorno dopo, vengono insabbiati e ridotti al silenzio. Purtroppo, è qualcosa che non aiuta i cittadini greci. Devono capirlo, perché la stampa ha un solo ruolo: quello d’informare i cittadini”.

REPORTER SENZA FRONTIERE

L’indagine di Reporter senza frontiere valuta lo stato dei media in 180 Paesi e territori, esaminando la capacità dei giornalisti di pubblicare notizie d’interesse pubblico senza interferenze e senza minacce alla propria incolumità.

Il rapporto mostra che i rapidi progressi tecnologici stanno consentendo ai governi e agli attori politici di distorcere la realtà con media spesso troppo assertivi che rigurgitano contenuti impacchettati senza fact-checking o verifiche sul campo.

Restano in testa alla classifica i Paesi nordici con la Norvegia a guidare la lista dei virtuosi per il settimo anno consecutivo. Riporta la fonte Askanews.

La regione Asia-Pacifico è trascinata al ribasso da regimi ostili ai giornalisti, come il  Myanmar (173esimo) e l’Afghanistan (152esimo). I paesi nordici sono invece da tempo in testa alla classifica Rsf dei Paesi più virtuosi e la Norvegia è rimasta al primo posto nell’indice sulla libertà di stampa per il settimo anno consecutivo. Ma al secondo posto si è classificato un paese non nordico: l’Irlanda. I Paesi Bassi sono tornati tra i primi 10, salendo di 22 posizioni, dopo l’omicidio del 2021 del reporter di cronaca nera Peter R de Vries . Il Regno Unito si trova al 26esimo posto. Riporta RAI