La Meloni esce finalmente dal Grande raccordo anulare e vola negli Stati Uniti per partecipare ad una iniziativa dei conservatori americani che coinvolge anche Trump.
Immediata la reazione dei camerati duri e puri che si sentono traditi e ricordano a Giorgia Meloni che gli Usa sono e resteranno “il nemico principale”.
In questo caso, però, a sbagliare sono i duri e puri. Perché la Sorella della Garbatella non ha più nulla a che fare non solo con tutto ciò che ha rappresentato il Fascismo ma neppure con l’esperienza del Msi. È rimasta la fiamma, ma solo come marchio aziendale per attirare i consumatori elettorali, priva ormai di qualsivoglia riferimento ad un’idea che faceva ardere la fiamma.
E non si può far finta di non essersi accorti che, con l’accordo raggiunto con Fitto, la Meloni ha condotto Fdi tra i conservatori europei, non tra le destre sociali e populiste. Una scelta di campo ben precisa, con un esponente dei fittiani trasferiti in Fdi, come l’ex sottosegretario berlusconiano Roberto Rosso, che rivendica di continuo la propria posizione di liberal-democratico.
Dunque sbaglia chi pretende da Meloni e Fdi una coerenza con qualcosa che non considera come propria identità. D’altronde già prima dell’accordo con Fitto la realtà non era diversa, con un personaggio come Guido Crosetto che nulla ha da spartire con la fiamma ed il suo significato originario.
Ma i camerati duri e puri sognavano un futuro diverso per Fdi. Si illudevano su una grande formazione culturale interna che, attraverso i contenuti e non solo gli slogan, permettesse di recuperare i voti della Lega, voti populisti, una volta esaurita la spinta di Salvini. Nella convinzione che la Lega abbia già raggiunto il punto più alto e, inevitabilmente, stia per iniziare una fase discendente. Dunque Fdi avrebbe potuto attrarre elettori delusi, soprattutto nelle fasce popolari.
Invece la strategia di Fitto e Meloni è andata in direzione opposta. E forse non è neppure sbagliato sotto l’aspetto elettorale. I fittiani ritengono che il declino della Lega non sarà immediato mentre quello di Forza Italia è già in fase avanzata. Dunque è più facile presentarsi come alternativa al Cavaliere di Arcore, nel segno della continuità, piuttosto che come successori di Salvini.
Tra l’altro, dopo i prossimi insuccessi di Forza Italia, la presenza di Fitto, Rosso, Crosetto potrebbe agevolare il cambio di casacca di quei forzisti sempre più critici come il presidente ligure Toti. Magari con una fase intermedia in una lista civica prima di approdare in Fdi.
Certo, la politica degli ideali è tutt’altra cosa. Ma quella che mira solo ai voti funziona così. La Sorella della Garbatella si è scelta un futuro non all’estrema destra ma più al centro rispetto a Salvini. Per rappresentare un’area moderata alleata con la Lega. Ed i camerati duri e puri dovranno farsene una ragione. Scegliendo una fiamma fredda o andandosene altrove, magari nella torre eburnea già molto affollata (e per nulla eburnea).