Home » Se la Francia si fa la sua moneta (e no, non è il franco CFA)
Economia

Se la Francia si fa la sua moneta (e no, non è il franco CFA)

Incredibile ma vero: mentre da noi c’è chi, a tutti i costi, vorrebbe che l’Italia firmasse l’ennesimo trattato capestro (il MES 2.0) e vorrebbe che la nostra Costituzione si annullasse davanti ai trattati europei, ivi compresa la sovranità popolare, da consegnare definitivamente ai mercati e alla Commissione Europea, in Francia si pensa a battere una nuova moneta, questa volta virtuale, una sorta di bit-coin sovrano.

La Banca Centrale Francese sta pensando di emettere una virtual currency, per usare un termine inglese. Una moneta il cui scopo è combattere le iniziative dei grandi colossi come Facebook e la sua libra, e dunque per riaffermare quella che in Italia ormai è diventata un tabùla sovranità monetaria. Così i francesi dell’eurista Macron, ancora una volta, dimostrano un verità inconfessabile: che Francia e Germania fanno un po’ come vogliono in Europa e non si interessano minimamente dello spread o delle regole dei trattati che vieterebbero (in teoria) l’emissione di moneta sovrana, seppure nei trattati medesimi si parli di moneta bancaria e non già di moneta virtuale di Stato.

Ma non l’Italia. Nel nostro paese, caso mai qualcuno avesse annunciato una simile iniziativa, sarebbe andato incontro ai moniti sul pericolo dello spread e dei mercati (si è visto con i minibot). Un pronostico scontato che i sacerdoti custodi dell’eurismo ortodosso e teologico avrebbero foscamente paventato, sopprimendo nella culla (ancora una volta) il legittimo dibattito democratico su ciò che sarebbe (stato) meglio per noi rispetto agli interessi franco-tedeschi da una parte e a quelli del grande capitale finanziario che domina l’area euro dall’altra.

La notizia – come riporta Dagospia – è stata confermata dal governatore Francois Villeroy de Galhau, che spiega che la valuta virtuale sarà dedicata alle transazioni “all’ingrosso” per importi molto elevati. Per ora… Dunque non è escluso che, in futuro, i furbetti cugini d’oltralpe non ne estendano l’uso anche ai consumatori privati, decretando definitivamente la morte dell’euro.

L’idea e la sensazione è che i francesi si stiano portando avanti rispetto a un possibile crollo della moneta unica. Per loro i piani B, C, D ed E non sono tabù… Figuriamoci! E in ogni caso, l’euro per loro non è un totem, un dato immutabile del contesto europeo, ma una variante dell’esercizio della loro sovranità. In altre parole, come per i tedeschi (che limitano l’operatività dei trattati subordinandoli alla loro costituzione), non è l’euro che governa la Francia ma è la Francia che governa l’euro. Per l’Italia, invece, è esattamente il contrario.