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Vittorio Sgarbi e gli #odiatori: la triste trappola di facebook, dove trovi solo te stesso

Che hanno in comune Ierardi Joselito, Andrea Marostica, Michele Cirillo e Lucio Ioele? Fino a ieri nulla .. da ieri invece condividono la definizione di #odiatori, che Vittorio Sgarbi – noto critico d’Arte e anche personaggio televisivo molto amato – ha attribuito a una serie di persone, le prime e principali queste, che negli ultimi giorni stanno infestando di commenti cattivi la sua bacheca.

La vicenda è partita dal ristoratore umbro il quale, visto il nostro articolo della scorsa settimana, ci ha chiesto peraltro di essere chiarificato: assicura di non aver mai augurato la morte a Vittorio Sgarbi, bensì sostiene che il suo accont sia stato violato. Questo ragazzo peraltro apre un capitolo ancora diverso: su quanto sia facile rubare l’identità altrui sui social network causando qualche intoppo. Ma è argomento diverso da quello in tema.

Dunque, ricapitolando, dall’account violato di questo ragazzo sono partite minacce e insulti, per i quali sta indagando anche la polizia postale, dopo di che da qui si è aperta la carrellata della rubrica dei commentatori “della domenica” che hanno riempito la bacheca a commento di un video su facebook, scatenando il delirio. Nel video si parla di cose molto serie: di Giustizia, giustizia ed ingiustizia.

Che a Sgarbi non manchino lingua e penna per difendersi è notorio, ma qui siamo di fronte a un enorme e gravissimo problema e un enorme e gravissimo limite dei social network: chi legge pensa solo quello che ha in testa lui stesso in quel momento, non potendo interagire in tempo reale a voce, ma solo per iscritto, commenta postando quello che c’è nel suo cervello, senza pensare che può essere TUTTO meno che la ESATTA idea in testa – invece – all’autore che ha messo il post.

E chi scrive sui social non è sempre una persona che “conosce” le strategie del comunicare, purtroppo il più delle volte si tratta di persone in momenti di svago (in bagno, in sale d’aspetto, in tempi morti o in solitudine o al bar) che leggono un post e scrivono: senza alcun grado di separazione (e di mediazione).

Quindi che è accaduto: Vittorio Sgarbi ha postato un video, dove commentava un fatto politico. Come non pensare ad Enzo Tortora? Tutti gli italiani nati prima degli anni settanta hanno pensato ad Enzo Tortora, uno dei più gravi errori giudiziari della storia italiana, che ha lasciato un enorme segno nel ricordo giornalistico di tutti.

I giovani no, non hanno pensato a Tortora, certi giovani non hanno idea – o quasi – di chi sia “questo” Enzo Tortora (al massimo ricorderanno chi era Topo Gigio e chi era Cino Tortorella a occhio e croce, livello di maturità da Zecchino d’Oro) e vivono in un periodo molto forcaiolo: politicamente il MoVimento 5 Stelle è nato per fare giustizia, ma non ha la memoria storica delle ingiustizie iniziate per “fare giustizia”, Sgarbi invece ricorda. E per fortuna.

Fatto sta che molti attivisti pentastellati e alcuni giovani si sono scatenati, con insulti a Vittorio Sgarbi, con invettive, secondo un preciso modus operandi di un certo stile politico.

Vittorio Sgarbi quindi ha inaugurato una “rubrica social” #odiatori Odiatore del Giorno, dove mette in risalto e alla berlina chi attacca stupidamente con odio e cattiveria. Sgarbi si sta difendendo a spada tratta su Twitter e su Facebook (non che ne avesse bisogno) ma insegnando (si spera) una volta per tutte, agli italiani, come si usa facebook in modo corretto. Ormai il mezzo esiste da tantissimi anni e non è possibile che ci sia ancora in giro qualcuno incapace di avere un minimo di educazione digitale. E bene fa Vittorio!

Si tratta di un problema di psicologia sociale: i social non sono adatti a chi non è social e purtroppo sono frequentati in prevalenza da chi ha già problemi a socializzare nella vita. E si rifugia proprio dietro un monitor o uno smartphone. Poche chiacchiere: su facebook se sei intelligente vedi intelligenza, se sei simpatico vedi simpatia, se sei scemo vedi scemenze.

Inoltre Vittorio Sgarbi ha risposto politicamente a Dino Giarrusso: “Io non sono contro Gratteri, sono dalla parte dei Tortora, sono dalla parte delle vittime e sono anche abbastanza disturbato dal fatto che gente come Cecchi Paone o come questo ‘Giarrizzo’ continuino a dire ‘chi invita in televisione’, come dire che è giusto che io taccia soltanto perché non dico il pensiero unico che voi dite ogni giorno”. Spiegando ben, bene la sua posizione.

Vittorio Sgarbi in un video sul suo profilo Facebook infine stigmatizza le paroledell’eurodeputato M5S Dino Giarrusso perché starebbe dalla parte della censura (comodo), inoltre, ha detto Sgarbi: “Odiatori a commento di un mio video sul procuratore di Catanzaro Gratteri”.

Memento: Nei social trovi solo te stesso, vedi te stesso, esce quanto di peggio c’è in te stesso. Secondo il principio della psicologia classica freudiana per cui quello che vedi in ciò che scrivono gli altri è quello che c’è in te. Triste solipsismo del rapporto d’amore tra uomo e server.

A cura di Martina Cecco

Riguardo l'autore

martinacecco

Giornalista e blogger. Collaboro con il web in rosa di Donnissima. Dirigo Secolo Trentino e Liberalcafé. Laureata in Filosofia presso l'Università degli Studi di Trento. Collaboro con un Progetto sperimentale di AI.