Come spesso capita, il Festival di Sanremo scatena polemiche prima ancora di iniziare. Amadeus, dopo aver dovuto risolvere le grane dovute alla partecipazione di Rula Jebreal, deve adesso rispondere all’accusa di sessismo scagliatagli dai censori del politicamente corretto.
Tra le co-conduttrici del Festival infatti ci sarà anche Francesca Sofia Novello, nota ai più per essere la fidanzata di Valentino Rossi. Nel corso della presentazione, Amadeus ha detto: “l’ho scelta per la bellezza, ma anche per la capacità di stare accanto a un grande uomo, stando un passo indietro“. Certo, magari il concetto poteva essere espresso diversamente, ma l’intenzione del noto presentatore – come da lui stesso dichiarato – era quella di esaltare la scelta della Novello di restare fuori dai riflettori nonostante una relazione con un personaggio così famoso.
“Altre ragazze avrebbero probabilmente cavalcato questa popolarità, Francesca invece ha deciso di essere più discreta e di rimanere più defilata” ha detto Amadeus all’Ansa. “La stessa Francesca mi ha ringraziato ed è rimasta stupita della polemica. Avrei detto lo stesso se fosse stato il compagno di una donna famosa“.
Scusandosi ancora per il fraintendimento, Amadeus ha comunque chiesto di spostare l’attenzione sulla sensibilità e rispetto per le donne che questo festival offrirà. Infatti le donne presenti sul palco dell’Ariston sono tutte simboli di storie ed esperienze diverse: saranno presenti anche Emma D’Aquino, Laura Chimenti, Antonella Clerici ma anche Gessica Notaro, la showgirl sfregiata con l’acido dal fidanzato nel 2017.
L’accanimento del politically correct contro Amadeus certifica quanto astioso sia diventato il mondo dei social su tali tematiche: l’incapacità di guardare oltre una singola frasetta, tra l’altro ignorando la complessità del discorso e le reazioni degli stessi protagonisti, testimonia come si guardi sempre più alla forma e sempre meno alla sostanza. E va a finire così che una persona di buon cuore come Amadeus, da sempre in prima linea a favore di ogni ricerca e di ogni contrasto alla violenza di genere, venga bollato come “sessista”.
Riccardo Ficara Pigini